"A tre chilometri circa, cioè poco più di un miglio e mezzo dal Castello di Piumazzo, la strada che da
esso conduce a Bologna si dipartisce mediante la via detta del Porretto. Nell' angolo formato da queste
due strade vi è un podere di proprietà Canelli... Circondato da una siepe ... aveva nell'angolo un olmo
vegeto e robusto il quale coi suoi frondosi e spessi rami piegavasi a foggia di padiglione sotto cui si
vedeva una piccola e rozza immagine, ma devota e cara, di Maria Santissima in terra cotta ...": così
inizia G. Santunione la sua ricerca sul santuario. Non è dato sapere chi ve l'avesse collocata, ne da
quanto tempo, ma è certo che fino al 1817 il culto che riscuoteva rientrava nelle normali dimostrazioni
di devozione rivolte a queste immagini che numerose si trovavano agli incroci delle vie per tutela e
consolazione dei viaggiatori. Quell'anno un evento miracoloso, protagonista Annunziata Landuzzi che fu
guarita grazie alla richiesta intercessione di questa Madonna, contribuì a spargere la fama dell'immagine
miracolosa a cui tanti si rivolsero per impetrare la grazia. Anche il vandalismo perpetrato ai suoi danni
da tre giovinastri che la spezzarono in più parti aumentò l' amore verso la Beata Vergine e, dopo che fu
riparata, Francesco Canelli si impegnò a fare erigere a sue spese un oratorio proprio laddove sorgeva
l'olmo: fu inaugurato il 2 dicembre dello stesso 1817. Non bastò a mantenere lontani i malviventi: spesso
questo luogo di culto fu insidiato da ladri sacrileghi attirati dalla speranza di farvi buon bottino
grazie agli oggetti preziosi lasciati per grazia ricevuta; particolarmente nel 1872 e ne1 1878, quando fu
sottratta proprio l'immagine sacra, fortunatamente ritrovata qualche giorno più tardi ed oggetto di
festosa venerazione col concorso di tutto il popolo di Piumazzo che la riaccompagnò al santuario sotto
una tempesta di neve. Altri miracoli sono stati attribuiti alla Madonna della Provvidenza: nel 1863
Tommaso Torri, deforme e storpio di Gaggio Montano, vi si recò in pellegrinaggio e fu guarito. Nel 1878
Giulia Scarani; bolognese, viste inutili tutte le cure per guarire da una malattia che l'aveva costretta
a letto per mesi, ricorse alla Madonna e venne risanata. Questi sono i casi più eclatanti riportati da
diverse pubblicazioni dell'epoca, ma tante altre sono state le grazie concesse, come testimoniano i
numerosi doni lasciati da coloro che hanno visto esaudite le loro preghiere. Nel 1927 fu posta la prima
pietra per la costruzione di una nuova chiesa, opera tenacemente voluta da don Antonio Righetti, rettore;
un anno dopo era aperta al culto, previa trasposizione della sacra immagine al cui posto nel vecchio
oratorio fu posto un prezioso mosaico raffigurante il Sacro Cuore di Cristo, opera del veneziano Costerman.
Nel 1874 fu istituito l'Ottavario solenne: la Madonna veniva portata in processione fino alla chiesa di
Piumazzo all' alba della prima domenica di giugno e lì lasciata fino al vespro di quella successiva.
La serata del mercoledì, dopo la benedizione impartita alla popolazione del castello, era occasione per
ufficializzare i fidanzamenti dei giovani che venivano esplicitati nel passeggio a coppie per le vie
illuminate e pavesate a festa del paese. Questa tradizione persiste ancora oggi con ampia partecipazione
di popolo alle diverse cerimonie e alla processione. Per concludere la breve storia del santuario tanto
caro a tutti i piumazzesi, mi piace riproporre le parole di un inno composto da don Antonio Righetti e
che sembra essersi perduto nei meandri dell'oblio:
"Eri sull' albero al freddo, al gelo/ a noi propizio rendevi il cielo/ quando malefica man ti spezzò./
Ma il popolo memore dei tuoi favori/ t'eresse un tempio, dove dimori,/ di serto fulgido t'incoronò./
tì chiama provvida perchè se occorre/ il tuo cuor tenero pronto soccorre/ indarno a chiedere nessuno
provò./ O bella Vergine, resta fra noi,/ continua a stendere sui figli tuoi la destra provvida che tutto
può !"
Una serie di orazioni per la Madonna della Provvidenza furono pubblicate in Bologna nel 1818 con
approvazione del cardinale Oppizzoni.