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E' una chiesa antichissima edificata intorno al X secolo quando da Bobbio, monastero in cui S.Colombano aveva ricevuto la protezione di Agilulfo, re longobardo, si era diffuso in Emilia il culto per il santo irlandese. Era annessa al castello omonimo, matildico, che alla morte della contessa cadde rapidamente in rovina per lasciare il posto al nuovo castello di Piumazzo, realizzato col materiale recuperato dalle sue macerie. Venne menzionata la prima volta nel 1155 nel decreto di Gerardo II, vescovo di Bologna: comprendeva la chiesa di S.Colombano fra quelle di cui era stata confermata la giurisdizione alla Pieve di Monteveglio. Nel XIII secolo funzionavano qui un monastero ed un ospitale, come si deduce da un documento conservato nell'archivio abbaziale di Nonantola. Ancora sotto la medesima Pieve di Monteveglio nei secoli XIV e XV, passò quindi al giuspatronato della famiglia Boccadiferro, alcuni componenti della quale provvidero al suo recupero con significativi interventi come ci tramanda la lapide ancora visibile all'interno: AEDEM HANC DIVI COLUMBANI PATRONI ANTIQUITUS ILLORUM DE BOCCHADEFERRIS FRANCISCUS ET ALBERTUS FRATRES ET EX JOANNE EORUM FRATE HIERONIMUS, BARTHOLOMAEUS ET PAULUS VETUSTATEM COLLEGATAM A FUNDAMENTIS RESTAURAVERUNT -ANNO DOMINI MDXVIII. Questo giuspatronato si protrasse fino al XVIII secolo, la chiesa rimase invece aperta al culto almeno fino al 1823. Fu quindi sconsacrata e trasfonnata progressivamente in fienile, mulino, abitazione. All'interno vi erano tre altari: quello di sinistra era dedicato all'Immacolata Concezione e l'altro di destra a S. Bernardino da Siena. Dietro l' altare maggiore un affresco antichissimo riproduceva "l'immagine del Crocifisso, con quella della Beata Vergine di S.Colombano e di altri due santi". Successivamente all'intervento di restauro ordinato dai Boccadiferro, la chiesa fu completamente decorata: diversi affreschi sono emersi in passato sotto l'intonaco sovrapposto, il più importante dei quali è la Madonna del roseto ritratta insieme al Bambino Gesù che regge sulla mano una rondinella; un ampio spazio vuoto ed irrimediabilmente perduto si pensa dovesse contenere un S.Giovannino. Attualmente, di tutto questo antico complesso si conserva discretamente la struttura esterna sulla cui facciata principale, rivolta a ovest, si apre una nicchia dove I si trovava una statua di S.Colombano. All'interno è ancora quello originale l'impianto in travi lignei, mentre una pavimentazione realizzata quando l' oratorio fu adibito ad uso profano ne ha parzialmente danneggiato il crocifisso cinquecentesco dietro l'altare maggiore e la lapide che ricorda il restauro praticato dai Boccadiferro. La copertura è a due acque, in coppi.

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