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"Secondo un'antica tradizione un colono, mentre arava, diede col vomere contro qualcosa di duro che si rivelò per un'immagine della Madonna in terracotta che risultava rotta a causa dell'urto. Il colono raccolse i pezzi, li accomodò alla meglio e collocò l'immagine sul fusto di una grossa quercia che costeggiava la via Cassola, donde le venne il nome di MADONNA DEL QUERCIONE, mentre la possessione in cui fu rinvenuta fu chiamata, e si chiama ancora, SANTA MARIA. Nel 1779 l'immagine fu trasportata in chiesa e venerata come Beata Vergine di Piumazzo che si festeggiava solennemente l'ultima domenica di settembre. Gli ultimi restauri hanno rivelato che si tratta di una pregevole terracotta del '400" (Da Al Calendari ed Pimaz, ed. II Fiorino, 1996). Della venerabile maestà arborea, tipologia abbastanza frequente in passato anche nel nostro territorio, rimane ancora oggi il bassorilievo, opera preziosa di un artista sconosciuto: egli, con la mirabile Madonnina dalla delicata bellezza, evidenzia nella mamera più sublime la dolcezza della maternità divina. Fu sempre tenuta nella massima venerazione anche per le grazie che si dice abbia elargito ai devoti che ad essa ricorrevano numerosi. Si ha notizia che in suo onore si siano tenuti tridui solenni a fine settembre a partire dal!783 mentre un secolo dopo, nel centenario della costruzione della cappella a Lei dedicata nella vecchia chiesa di S. Giacomo in Piumazzo, l'arciprete don Vmcenzo Salvardi dispose di onorarLa con una festa imponente nell'ultima domenica di settembre, per la quale ricorrenza fu dato alle stampe anche un grazioso libriccino da distribuire ai fedeli durante la sacra funzione.


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