Storia

Oratorio di San Colombano

La prima fonte documentale sull' esistenza dell' oratorio risale al decreto del 1155 di Gerardo II vescovo di Bologna; in tale documento S. Colombano veniva compresa tra le chiese soggette alla giurisdizione della Pieve di Monteveglio.
Alcuni studiosi riportano la datazione dell' edificazione dell ' oratorio al secolo X, attribuendola alla diffusione in Emilia del culto di San Colombano, dopo che questi aveva ricevuto la protezione di Agilulfo, re longobardo. È doveroso ricordare che il sito in cui sorse l' oratorio di San Colombano coincide con l' area dell' omonimo castello e rientrava tra i possedimenti di Matilde di Canossa (questo castello decadde quando, nella prima metà del XIII secolo, venne costruito poco più a est Castrum Plumacium ). Rimase assoggettato alla Pieve di Monteveglio fino al XV secolo per poi passare al giuspatronato della famiglia Boccadiferro (si protrasse fino al XVIII secolo) che operò vari interventi di restauro, come testimonia anche la lapide all 'interno della chiesa. La chiesa venne poi sconsacrata ne1 1823.
Della antica struttura interna, che un tempo vantava tre altari (il laterale di sinistra dedicato all' Immacolata Concezione, quello di destra a San Bernardino da Siena e l'altare maggiore dietro al quale esisteva un affresco raffigurante il Crocefisso, la Beata Vergine di San Colombano e altri due santi), oggi resta 1 'impianto col soffitto in travi lignei; 1' apparato esterno conserva la nicchia dove era alloggiata la statua di San Colombano e ancora manifesta, sul piano artistico, 1 'adesione al linguaggio dei secoli in cui viene tradizionalmente collocato il monumento, che, del resto, rivolge l' abside verso oriente come tutte le chiese di più antica fondazione.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

G. Santunione, L 'antico castello di s. Colombano e la sua chiesa, sdl. O. Sperandini, Maestà e oratori nel territorio Comunale di Castelfranco Emilia, Nonantola 1996, pp. 46-48. Le Case, le Pietre, le Storie. Itinerari nei comuni della provincia di Modena, Bologna 1993, p. 102.

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